L’agenzia governativa NSA pronta a minare la privacy dei proprietari di Amazon Echo e Google Home.
Con l’implementazione di alcune tecnologie domestiche che si basano formalmente sulla demotica, esce spontaneo chiedersi ma sono sicure?
Se inizialmente il tuo volto e i tuoi occhi erano in pericolo, ad aggiungersi alla lista dei possibili obiettivi dell’intelligence mondiale è il riconoscimento vocale.
Secondo la reporter Ava Kofman le prime intercettazioni e riconoscimenti vocali nei registri NSA risalgono nel lontano 2004 in software chiamato VOICE RT.
Secondo i documenti riservati, il sistema è stato attivato nel 2009 per rintracciare un comandante dell’esercito pakistano.
Il sistema ha scannerizzato il traffico vocale di più di 100 telefoni di delegati iraniani durante la visita del presidente Mahmoud Ahmadinejad a New York nel 2007.
Ma Google, Amazon e presto anche Apple che hanno deciso di commercializzare dei Home speaker, hanno preso le giuste precauzioni contro gli spioni?
Attualmente Google Home e Amazon Echo si attivano solamente con particolari parole chiavi come “Ok Google” e “Alexa” ma se si riuscisse a bypassasse la parola chiave?
Il rischio è alto e non da sottovalutare, ogni dispositivo potrebbe diventare un vero e proprio microfono ambientale, che oltre ad essere usato dall’intelligence e dalle forze dell’ordine, potrebbe essere utilizzato da malintenzionati.
Albert Gidari, direttore della privacy presso lo Stanford Center Internet e Society, ha espresso tutta la sua preoccupazione in merito. Attualmente le piattaforme memorizzano dati biometrici che teoricamente dovrebbero essere inviolabili.
Bisognerebbe anche domandarsi formalmente quale sia l’utilità di conservare determinate informazioni private se poi non possono essere ufficialmente divulgate.
Oggettivamente penso che per abbassare drasticamente il rischio di hacking basterebbe interrompere l’archiviazione dei dati come ha già fatto Apple, Ma perché da parte loro questo non è stato ancora fatto?