E se ci fosse la fusione tra AGCOM e Garante della Privacy?
Nei i palazzi dello Stato è comparsa la proposta di fusione tra l’organo AGCOM e il Garante di protezione della privacy.
A portarla avanti è il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni Antonio Nicita, che durante un convegno a Napoli, ha portato avanti questa ipotesi.
“Sovrapponibili” vengono definiti i “campi regolatori” delle due agenzie, così come è considerato da Nicita una “eccezione” il ruolo dell’Antitrust, dotato di una “sua specificità ed autonomia”. “È necessario prevenire posizioni dominanti durature, garantire forme di pluralismo nel web, restituire la piena proprietà del dato agli utenti” attraverso una “regolazione pubblica e indipendente”.
Antonio Nicita
La regolazione per il digitale è chiamata dunque a vivere una nuova sfida che, secondo il Commissario AGCOM, potrebbe essere oggetto di discussione parlamentare a stretto giro, sempre tenendo come punto di riferimento la normativa europea per garantire uniformità di giudizio in tutto il territorio comunitario.
Questa scelta di fusione oltre ad avere un importante impatto sul risparmio delle casse italiane, potrebbe anche avere un nuovo ruolo di efficienza.
Il problema principale in Italia, oltre all’evasione fiscale che è un’altro cancro importante, è la diversificazione o nei peggiori dei casi duplicazione dei poteri e responsabilità.
Spesso ci ritroviamo con organi che svolgono lo stesso ruolo ma con gestioni differenti.
Se solo si riuscisse a centralizzare alcuni ambiti, ci sarebbe un vantaggio per tutti.