Tensioni nel Bahrain per la formula 1

Formula 1

In questi giorni i Media hanno portato alla nostra attenzione la difficile situazione del Bahrain, non analizzando “come al solito” la situazione dal punto di vista della popolazione.


Ogni anno dure sono state le reazioni degli abitanti contro questa manifestazione sportiva.

Ma perché c’è questo malcontento?

Una è fondamentalmente la motivazione:

“Violazioni di diritti umani con detenzioni ingiuste e torture”.

La prima società internazionale a denunciare l’accaduto è stata Amnesty international che per chi non lo sapesse, è una società non governativa impegnata in tutto il mondo per la difesa dei diritti umani.

(in basso il loro simbolo).

L’associazione umanitaria ha infatti puntato il dito contro le riforme che non hanno garantito giustizia alle vittime delle violazioni dei diritti umani, nonostante le assicurazioni del Re Hamad bin Isa Al Khalifa.

Nonostante le proteste della popolazione, le forti tensioni nelle piazze e le continue scene di violenza con le forze dell’ordine, il gran premio ha continuato il suo corso. 

Amnesty international è stata chiara: «Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla Formula 1», ha spiegato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa dell’associazione umanitaria, «nessuno si illuda che la crisi dei diritti umani sia passata»

Bernie Ecclestone, patron della Formula 1 ha già confermato da tempo che la corsa non può essere sospesa.

Giustamente quando in ballo c’è un bel gruzzoletto all’incirca 40 milioni di dollari possiamo mai ascoltare ciò che ha da dire la popolazione?

Siamo nuovamente testimoni e purtroppo protagonisti di questo circo mediatico atto solo incassare Cash$ senza vergogna, è evidente che le multinazionali possono far ciò che vogliono e che è il denaro a far ruotare il mondo.

Se solo tutto questo denaro fosse utilizzato per la popolazione 99,9% dei problemi a mio avviso sarebbero già risolti da tempo.

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